Introdotta con il nuovo codice di procedura penale (D.P.R. n. 447/88), prevede la riparazione pecuniaria per l’ingiusta custodia cautelare in carcere dell’imputato prosciolto ad esito del procedimento penale. Pertanto chi ha subìto una ingiusta detenzione vanta un vero e proprio diritto soggettivo, consistente nell’ottenere una equa riparazione non solo economica, avendo l’entità complessiva del ristoro natura indennitaria e non risarcitoria.
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